Il CdM approva il decreto correttivo sull’efficienza energetica

Il provvedimento prevede norme più chiare e la possibilità di incrementare con risorse provenienti dal mercato del carbonio, la dotazione del Fondo nazionale per l’efficienza energetica

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Via libera alle disposizioni integrative richieste dalla UE sull’efficienza energetica. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 14 luglio 2016, in esame definitivo, il provvedimento correttivo del decreto legislativo 102/2014 con cui l’Italia ha recepito la direttiva 2012/27/UE. Correzioni resesi necessarie e urgenti dopo la sonora tirata d’orecchie della Commissione europea lo scorso anno: a febbraio del 2015 l’esecutivo UE aveva comunicato l’avvio della procedura d’infrazione per “incompleto recepimento” nell’ordinamento giuridico italiano delle norme comunitarie sull’efficienza energetica. Le lacune trovano ora risoluzione in un decreto legislativo che fa sue le osservazioni avanzate da Bruxelles, pur modificandone alcuni aspetti.

Le disposizioni puntano soprattutto su due elementi: chiarezza e semplificazione. A partire dalla rettifica di alcune definizioni – tra cui “gestore del sistema di trasmissione”, “aggregatore” e “audit energetico o diagnosi energetica” – e dalle precisazioni sulla modalità di calcolo dell’obiettivo nazionale vincolante di efficienza energetica.

Il provvedimento introduce, inoltre, delle norme più chiare riguardanti la misurazione, la fatturazione del consumo energetico e la suddivisione delle spese in condomini ed edifici polifunzionali. Nel dettaglio, all’articolo 5 si prevede che i clienti finali ricevano informazioni circa le possibilità di miglioramento dell’efficienza energetica:

“A tal fine, i distributori di energia, i gestori del sistema di distribuzione o le società di vendita di energia al dettaglio, in occasione dell’invio di fatture, di comunicazioni ovvero attraverso i siti internet dedicati ai clienti finali, sono chiamati ad indicare i recapiti e i siti di tutti gli organismi (quali centri indipendenti di assistenza ai consumatori, agenzie per l’energia o organismi analoghi) che possono fornire indicazioni utili la cliente sul miglioramento dell’efficienza energetica”.

Il decreto definisce infine la possibilità di incrementare, con ulteriori risorse derivanti dai proventi delle aste delle quote di emissioni di CO2, la dotazione del Fondo nazionale per l’efficienza energetica per il quale sono state predisposte risorse per circa 70 milioni di euro l’anno, nel periodo 2014-2020.

(Rinnovabili.it)